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Joan Maragall nacque nel 1860 a Barcellona da una ricca famiglia della borghesia imprenditoriale. Dopo gli studi in Giurisprudenza, si dedicò esclusivamente alla scrittura, dividendo il suo impegno tra giornalismo, poesia e prosa letteraria. Collaborò sin dalla sua fondazione al Diari de Barcelona, contribuendo all'affermazione di una identità catalana disegnata da confini linguistici e ideali all'interno di una auspicata tensione paniberica che condivise con autori importanti di lingua castigliana della sua generazione, come Miguel de Unamuno e Francisco Giner de los Rìos. La sua opera infatti concorse, al di là di ogni appartenenza a scuola o temperie storica, alla fondazione di un immaginario mitico e collettivo di lingua e nazionalità catalane. La produzione poetica si compone di cinque raccolte: "Poesies" (1895), "Visions i Cants" (1900), "Les Disperses" (1904), "Enllà" (1906), "Seqüències" (1911), e numerose traduzioni di poeti, sia classici che contemporanei. Tra gli scritti in prosa si ricordano diversi epistolari di gran valore letterario e gli "Elogi", di cui si propongono oggi in traduzione i due che meglio esprimono la sua poetica civile, irrazionale, cristiana e redenzionista: l'"Elogio della parola" (1903), l'"Elogio della poesia" (1909). Il poeta, poco tradotto, e noto in Italia solo a un esiguo numero di lettori non ingenui, si spense nel 1911 nella città natale. Contiene il "Canto spirituale" tradotto da Lello Voce e un'introduzione di Francesco Ardolino.